Del Libro della Vita
ovvero
La Storia del Caso e del Destino
Si sente dire spesso. “La vita è come un libro”. Ai miei studenti amo regalare una idea. Questa idea mi è stata regalata da colui che chiamo il Maestro delle parole e dei gesti e l’ho vista usare in vari contesti clinici. Questa è l’idea che imparai dal mio Maestro e che amo regalare ai miei studenti, più o meno con queste parole: |
voi e nessun altro, a tenere in mano la penna con la quale scrivete, continuamente, il romanzo della vostra vita.
Forse la vostra storia è delle più brutte.
Forse il vostro passato è pieno di ombre, di ingiustizie, di infelicità, di tradimenti e di tragedie.
Nondimeno, da un certo punto in avanti, questa penna è nelle vostre mani:
siete voi a scrivere il romanzo della vostra vita;
sta a voi farne un capolavoro
Oggi voglio approfondire questo concetto da un punto di vista un po’ più labirintico, lo ammetto e mi scuso per questo, ed analitico, ma senza giocare troppo a fare i chirurghi con i concetti, succhiando via tutto il loro potenziale meravigliosamente suggestivo, poetico o come si dice tra noi psicologi: analogico.
Ecco, ripetiamolo, la vita è come un libro. E cos’è che gli uomini, bizzarri, bizzarri animali, fanno talvolta con i libri? Li aprono a caso (anche la Z è uno di questi).
E qui però che scatta una differenza molto importante: tra chi vede, nella pagina aperta, il segno del destino - e chi invece cinicamente adduce al caso qualsiasi risultato.
La prima persona aprirà il libro credendo che il libro possa parlare direttamente a lui.
L’altra categoria di persone è invece quella che apre il libro a caso e difende l’idea che anche il risultato sia casuale e completamente aleatorio, e che pertanto tale risultato non dica nulla di nulla, di nulla di nulla…
E la Z? Cosa ne pensa questa pazza Z? Che posizione assumerà?
Il Maestro di cui ho anzidetto - l’unico che la Z. abbia mai riconosciuto come tale e forse anche l’unico Maestro che abbia accettato la Z, così irriverente, come allievo - ricorderebbe quello che per Heinz Von Foerster era un Imperativo Etico, e cioè agire:
Voglio allora dimostrarvi che entrambe le posizioni nelle quali in genere il mondo si divide e contrappone, il caso ed il destino, possono essere considerate ragionevolmente sbagliate.
Per farlo vi chiedo di prendere un vecchio libro a voi caro, e si, di aprirlo a caso. Ripetete l’operazione per un certo numero di volte per un certo numero di giorni, e scoprirerete una cosa molto interessante, che il libro si apre sempre (o un numero di volte significativamente maggiore) sulle stesse pagine.
Bene, già di caso non può più parlarsi. Ma allora il destino?
Bhè, è molto semplice: fate aprire lo stesso libro ad altri amici. Troverete che il libro si apre comunque sulle stesse pagine. E se siete fottutamente soli in questo mondo, apritelo voi stessi in un altro momento della vostra vita.
La verità della Z. è dunque un’altra. Certo, anche il libro ha la sua genetica, che favorisce certe pagine e non altre.
Come i quadernoni che si usavano alle elementari ed alle medie, che si aprivano sempre nel mezzo.
Lì la colpa è della genetica, divinamente nascosta nelle spillette.
Ed a pensarci bene, non trovate che anche il modo in cui prenderete il libro per aprirlo a caso avrà una sua grande influenza? ad esempio passando il pollice giù dal fondo del libro favoriremo sempre la seconda metà del libro a scapito della prima metà.
Non lo vedete, quanto è complessa la vita? E come sia riduttivo parlare, semplicemente, di caso o di destino, e poi - così create le fazioni - mettersi a litigare su chi a ragione come i fessi, e per di più per qualche secolo?
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La Z. non sa rispondere a domande troppo grandi, può solo cercare di rifletterci, e di far riflettere chi legge.
Ma un sospetto, forse, questa Z. lo nutre. Che non tra caso e destino, ma oltre il caso ed oltre il destino, avvenga questa cosa in cui siam dentro, e che chiamiamo “vita”.
- Ci scusiamo con tutti i modesti possessori di verità certe sul caso e sul destino e per l'incertezza scettica e presuntuosa della Z.
- Ci scusiamo con "tutti quelli che" hanno permesso che un libro aperto a caso influenzasse la loro vita.