LO SCOOP DI TUTTI GLI SCOOP: LA VERITA' SUI FARMACI
Forse, lettore, questo articolo ti sembrerà poco scientifico.
Non mene vergogno.
Gli articoli scientifici li pubblico nelle riviste scientifiche.
Ma questo non vuol dire che io dica sciocchezze.
Anzi se vuoi, ti dirò perchè un po' di aspetti biografici non sono irrilevanti.
Essi fanno parte della scienza, essendo la scienza non slegabile dai suoi operatori, gli scienziati.
Sono gli scienziati a provare, senza troppo successo, a cancellare tutte le tracce cancellabili della loro opera, credendo con ciò di fare del bene.
Non mene vergogno.
Gli articoli scientifici li pubblico nelle riviste scientifiche.
Ma questo non vuol dire che io dica sciocchezze.
Anzi se vuoi, ti dirò perchè un po' di aspetti biografici non sono irrilevanti.
Essi fanno parte della scienza, essendo la scienza non slegabile dai suoi operatori, gli scienziati.
Sono gli scienziati a provare, senza troppo successo, a cancellare tutte le tracce cancellabili della loro opera, credendo con ciò di fare del bene.
E' per questo che uno dei più grandi geni del secolo scorso, Norbert Wiener, un uomo che a 5 anni risolveva equazioni complesse e parlava correttamente il greco ed il latino (lo vedete nella foto, insieme ad alcuni studenti), si divertiva prendendo in giro le povere menti dei ricercatori (specie molto più mediocre di quello che ci si immaginerebbe mai, o se volete... umani troppo umani anche loro) e diceva: Ciò che la maggior parte degli sperimentatori dà per scontato prima di cominciare i loro esperimenti è di gran lunga più interessante di qualsiasi risultato ottenuto dagli esperimenti stessi.
Nelle riviste scientifiche si prova sempre a cancellare, a coprire, questi aspetti di vita reale con una patina di scientificità, che inganna la maggior parte della gente.
Lo stesso succede nei blog di psicologia (si, tutti quei blog che hanno titoli come "psicologica-mente" o simili, capaci di far ammosciare il membro ad un copywriter junior che abbia appena ingoiato tre pasticche di viagra), scritti in genere da colleghi che non hanno mai fatto ricerca scientifica e neanche hanno pubblicato in riviste scientifiche, e però si divertono a giocare agli scienziati e ai professionisti da posa plastica con la penna tra le dita.
Non lasciatevi imbrogliare da questi signori. Ma nemmeno odiateli. Quello schifo lo fanno per attirare pazienti, clienti, vanità e consenso. Tutti, in un modo o nell'altro, devono trovare il modo di mangiare, almeno ogni tanto.
Ma questa è Psicologia Proibita, e la Z. strappa questo velo di ipocrisia, per parlare chiaro al cuore.
Se tu lettore, crederai che queste parole abbiano potenzialmente lo stesso valore di quelle pubblicate in una rivista accademica (e considerando che io stesso sono membro dell'editorial board di riviste di settore e ho scritto articoli accademici di ogni tipo), tu sarai, io dico, illuminato.
Giudica da solo ciò che vedi, ciò che senti, ciò che leggi. Coltiva il dubbio. Un motto dice che è esso all'origine della sapienza.
La prima cosa da confessarti, è che siamo tutti sciocchi. Condividiamo articoletti che cercano in tutti i modi di sembrare seri. Alcuni sono del tipo apocalittico, e sono condivisi da un certo tipo di persone molto diffuso (in genere funzionano meglio se creano un nemico, preferite ultimamente sono le lobby, non è necessario chiamare sempre in gioco gli alieni); altri sono del tipo pompato, che prendono una cosa da un contesto, la mettono in un altro, e la pompano a tremila (fino a farti credere che se metti del limone nell'acqua non avrai mai il cancro). Altri ancora sono autorevoli, perchè vedono l'esperto di turno che dichiara apertamente la truffa.
Vuoi sapere, pazzo lettore delle parole di Z, qual'è la truffa delle truffe?
La truffa delle truffe è che non esiste nessuna novità su questo argomento. La più scioccante delle novità è che non c'è nessuna novità.
Voglio farti un esempio. Già negli anni 80 (ed anche prima) si possono trovare articoli di ricerca che pongono chiaramente al centro il vero problema, che è essenzialmente questo: scoprire e mettere alla prova nuove molecole è ormai da un sacco di tempo un'operazione considerata antieconomica (Cfr., ad esempio Steward F, Wibberley G., Drug innovation: what's slowing it down, Nature 1980; 284: 118-20).
Non è vero che "Non esiste ricerca". La questione è infinitamente più subdola. la realtà è che la ricerca esiste eccome, e mette in gioco tanti soldi che tu ed io, caro lettore, non riusciremmo a immaginarli tutti assieme. Solo che la ricerca si è spostata dalle prime fasi della ricerca alle sperimentazioni cliniche di fase 4.
Cosa significa: che i più agguerriti competitors del pianeta cercano di fare emergere vantaggi sempre più sottili, dove non assenti. "La mia molecola vende più della tua".
Non si cercano più nuove molecole. Nuovi farmaci. Nuove cure. Si cerca di vendere la stessa merda il più possibile. Tutto qui. Per usare un linguaggio da signori: c'è stato uno shifting massicio da un'economia centrata sulla produzione ad un'economia centrata sui consumi.
La produzione è una grande fregatura. Già in anni non sospetti solo un terzo delle molecole creava un concreto vantaggio, il restante creava vantaggi decisamente trascurabili.
Capite? il centro è il consumo.
Quando vi spaventate per i vostri figli. Quando con tutto l'amore del mondo li sottoponete a tutti i controlli. Quando vi spaventate per voi stessi. Fate parte del gioco.
Nessuno lesinerebbe sulla salute propria, e certamente non su quella dei propri cari (parlo da gentiluomo, pur sapendo che l'essere umano può essere la peggiore delle bestie).
La medicina oggi si sposta sempre di più sui fattori di rischio, sulla prevenzione totale di ciò che potrebbe esserci. Sul rischio clinico. Le diagnosi sono sempre più precoci (spesso devo parlare in convegni dove autorevoli colleghi parlano di diagnosi ultraprecoci dell'autismo, dell'obesità, del deficit di attenzione - e vi giuro che quei colleghi non sono in malafede, sono solamente, terribilmente, irrimediabilmente ottusi).
Ma il risultato è sempre lo stesso, ed è quello su cui tutti contano i soldi di questo business, tra i più profittevoli di sempre: Voi vi preoccupate, e consumate. Consumate. I farmaci migliori sono quelli che vi venderanno per tutta la vita, è il cosiddetto colpo perfetto della farmacologia.
Non sto parlando di reati, di falsificazioni, di scandali. Non sto neanche parlando (non ancora) di psicofarmaci. Sto parlando della base. Sto parlando della verità. Quella che nessuno, tra uno scandalo e un altro, tra una dichiarazione e l'altra, decide di ricordare.
Parola di Z.
Note:
- Ci scusiamo con il possessore del sito "psicologica-mente" ovvero con tutti gli originali creatori di domini simili o affini (vera-mente; idiota-mente; diabolica-mente; cazzeggia-menti o qualsiasi fuga e variazione su tema). In altri termini, ci scusiamo con tutti quei poveri copywriter junior che vi offrirebbero (loro a voi) una birra in cambio di vedere cambiato il nome del vostro dominio super-creativo. A tal proposito la Z. - umilmente, ed in onore agli anni in cui come copywriter lavorava - suggerisce perlomeno una struttura più complessa e ridondante, tipo: MenteCattaMente. Pensaci su.
Lo stesso succede nei blog di psicologia (si, tutti quei blog che hanno titoli come "psicologica-mente" o simili, capaci di far ammosciare il membro ad un copywriter junior che abbia appena ingoiato tre pasticche di viagra), scritti in genere da colleghi che non hanno mai fatto ricerca scientifica e neanche hanno pubblicato in riviste scientifiche, e però si divertono a giocare agli scienziati e ai professionisti da posa plastica con la penna tra le dita.
Non lasciatevi imbrogliare da questi signori. Ma nemmeno odiateli. Quello schifo lo fanno per attirare pazienti, clienti, vanità e consenso. Tutti, in un modo o nell'altro, devono trovare il modo di mangiare, almeno ogni tanto.
Ma questa è Psicologia Proibita, e la Z. strappa questo velo di ipocrisia, per parlare chiaro al cuore.
Se tu lettore, crederai che queste parole abbiano potenzialmente lo stesso valore di quelle pubblicate in una rivista accademica (e considerando che io stesso sono membro dell'editorial board di riviste di settore e ho scritto articoli accademici di ogni tipo), tu sarai, io dico, illuminato.
Giudica da solo ciò che vedi, ciò che senti, ciò che leggi. Coltiva il dubbio. Un motto dice che è esso all'origine della sapienza.
La prima cosa da confessarti, è che siamo tutti sciocchi. Condividiamo articoletti che cercano in tutti i modi di sembrare seri. Alcuni sono del tipo apocalittico, e sono condivisi da un certo tipo di persone molto diffuso (in genere funzionano meglio se creano un nemico, preferite ultimamente sono le lobby, non è necessario chiamare sempre in gioco gli alieni); altri sono del tipo pompato, che prendono una cosa da un contesto, la mettono in un altro, e la pompano a tremila (fino a farti credere che se metti del limone nell'acqua non avrai mai il cancro). Altri ancora sono autorevoli, perchè vedono l'esperto di turno che dichiara apertamente la truffa.
Vuoi sapere, pazzo lettore delle parole di Z, qual'è la truffa delle truffe?
La truffa delle truffe è che non esiste nessuna novità su questo argomento. La più scioccante delle novità è che non c'è nessuna novità.
Voglio farti un esempio. Già negli anni 80 (ed anche prima) si possono trovare articoli di ricerca che pongono chiaramente al centro il vero problema, che è essenzialmente questo: scoprire e mettere alla prova nuove molecole è ormai da un sacco di tempo un'operazione considerata antieconomica (Cfr., ad esempio Steward F, Wibberley G., Drug innovation: what's slowing it down, Nature 1980; 284: 118-20).
Non è vero che "Non esiste ricerca". La questione è infinitamente più subdola. la realtà è che la ricerca esiste eccome, e mette in gioco tanti soldi che tu ed io, caro lettore, non riusciremmo a immaginarli tutti assieme. Solo che la ricerca si è spostata dalle prime fasi della ricerca alle sperimentazioni cliniche di fase 4.
Cosa significa: che i più agguerriti competitors del pianeta cercano di fare emergere vantaggi sempre più sottili, dove non assenti. "La mia molecola vende più della tua".
Non si cercano più nuove molecole. Nuovi farmaci. Nuove cure. Si cerca di vendere la stessa merda il più possibile. Tutto qui. Per usare un linguaggio da signori: c'è stato uno shifting massicio da un'economia centrata sulla produzione ad un'economia centrata sui consumi.
La produzione è una grande fregatura. Già in anni non sospetti solo un terzo delle molecole creava un concreto vantaggio, il restante creava vantaggi decisamente trascurabili.
Capite? il centro è il consumo.
Quando vi spaventate per i vostri figli. Quando con tutto l'amore del mondo li sottoponete a tutti i controlli. Quando vi spaventate per voi stessi. Fate parte del gioco.
Nessuno lesinerebbe sulla salute propria, e certamente non su quella dei propri cari (parlo da gentiluomo, pur sapendo che l'essere umano può essere la peggiore delle bestie).
La medicina oggi si sposta sempre di più sui fattori di rischio, sulla prevenzione totale di ciò che potrebbe esserci. Sul rischio clinico. Le diagnosi sono sempre più precoci (spesso devo parlare in convegni dove autorevoli colleghi parlano di diagnosi ultraprecoci dell'autismo, dell'obesità, del deficit di attenzione - e vi giuro che quei colleghi non sono in malafede, sono solamente, terribilmente, irrimediabilmente ottusi).
Ma il risultato è sempre lo stesso, ed è quello su cui tutti contano i soldi di questo business, tra i più profittevoli di sempre: Voi vi preoccupate, e consumate. Consumate. I farmaci migliori sono quelli che vi venderanno per tutta la vita, è il cosiddetto colpo perfetto della farmacologia.
Non sto parlando di reati, di falsificazioni, di scandali. Non sto neanche parlando (non ancora) di psicofarmaci. Sto parlando della base. Sto parlando della verità. Quella che nessuno, tra uno scandalo e un altro, tra una dichiarazione e l'altra, decide di ricordare.
Parola di Z.
Note:
- Ci scusiamo con il possessore del sito "psicologica-mente" ovvero con tutti gli originali creatori di domini simili o affini (vera-mente; idiota-mente; diabolica-mente; cazzeggia-menti o qualsiasi fuga e variazione su tema). In altri termini, ci scusiamo con tutti quei poveri copywriter junior che vi offrirebbero (loro a voi) una birra in cambio di vedere cambiato il nome del vostro dominio super-creativo. A tal proposito la Z. - umilmente, ed in onore agli anni in cui come copywriter lavorava - suggerisce perlomeno una struttura più complessa e ridondante, tipo: MenteCattaMente. Pensaci su.